lunedì 4 dicembre 2017

Una (ennesima) cortese risposta

(...di ritorno dalla bella esperienza scientifica e soprattutto umana del #goofy6, apro l'email e una zaffata di fetore, il sentore putrido della decomposizione, mi toglie il respiro. L'ennesimo ingengngngniere ortottero, che fra rancorosi rimproveri di "tu non vuoi dire la verità", "tu non sei coraggioso", mi chiede le slides di un mio vecchio intervento (materiale arcibanale come tutto quello che trovate qui), perché, indovinate un po'?, vuole rifondare il 5 Stelle dall'interno (verosimilmente dalla cistifellea, data la bile che trasuda dalle sue stolte parole). Naturalmente, il tutto accompagnato dall'esaltazione per l'opera di un nostro vecchio amico. Condivido con voi la mia risposta, ricordandovi che "moneta a credito", "il copyright sulle banconote", "Auritiiiiiiiiiii", "moneta al mango", e cazzate similari, sono qui motivo di esclusione immediata. So che così perderò dei seguaci. Ma, appunto: dei seguaci. Non dei lettori, che sono un'altra cosa. I seguaci voglio perderli. I lettori no. Bene intendenti pauca, e attenzione: il livello dello scontro si è innalzato, e ci sono cose che non posso permettermi...)




Gentilissimo,

chi ha creduto nel Movimento Cinque Stelle non è un'aquila, anche se ammetto che non è possibile chiedere a tutti la perspicacia che mi fece intuire nel lontano 2012 quale fosse la funzione di un movimento simile (perspicacia relativa: sono certo che i politologi c'erano arrivati prima degli economisti, e quindi di me). Vedo una simile mancanza di perspicacia nel fatto che lei spera di ottenere una risposta da me rivolgendosi a me con toni esagitati, che sembrano fatti apposta per screditare qualsiasi messaggio (giusto o sbagliato) l'ingenuo di turno voglia veicolare. Una di queste persone messe in circolo per screditare era appunto il compianto Donald (voi lo chiamate Barnard): ringrazio ancora la mia intuizione che mi spinse a prendere le distanze da quell'uomo, senz'altro malato (e per questo ha il mio rispetto umano), probabilmente funzionale a interessi nemici del mio paese.

Ora le chiarisco un concetto. Io ho un unico capitale, un unico baluardo, nella mia battaglia ideale: la mia credibilità. Chi intende screditarmi, o anche chi semplicemente rischia di farlo, è un mio nemico. Ha capito? Nemico. Punto.

Quindi ora lei viene catalogato spam, così la sua prossima lettera nemmeno la riceverò, il suo nome viene annotato fra i nemici, così eviterò di partecipare a qualsiasi iniziativa la coinvolga, e giriamo pagina. Mi perdoni: ho poco tempo, e non posso certo permettermi che le buone intenzioni altrui lastrichino la mia via per l'inferno. Al diavolo andateci pure voi, se volete. Io non vi ci mando perché è inutile, non solo perché ci andrete comunque da soli, ma anche perché qualsiasi cosa vi dicessi per aiutarvi a rendere più efficace la vostra azione sarebbe da voi ignorata, con la tronfia sicumera di chi sa di sapere, che è una fra le tante costanti biometriche che mi rendono invisa la categoria degli ingengngngnieri cui Ella appartiene.

Sed de hoc satis.

AB
 
(...il mio epistolario sarà un grande best-seller. Ma per la sua pubblicazione dobbiamo aspettare un po'...)

45 commenti:

  1. Una (meta)lezione: con me basta sbagliare una volta sola. Sono solo un umile sentiero. Non so di quote né di pendenze. Non è colpa mia se la montagna è ripida. Quindi ora ti blocco anche qui.

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    1. Grazie per avermi confermato nella mia decisione. Fallirai. Non sto a spiegarti perché. Il fatto di avermi mancato di rispetto non ti aiuterà. Non contare sul fatto che io dimentichi. Puoi solo contare sul fatto che fallisca anch'io. Speraci.

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  2. Mi sembra anche del tutto naturale: voi amate il Bagnai che capite: un Bagnai che somiglia molto a voi (troppo), e poco a lui (me). Ora, siccome io sono narcisista, mi dà veramente molto fastidio scoprire nelle vostre lettere d'amore un me brutto come voi! Preferisco guardarmi allo specchio per vedere un me bello come me!

    Pigé?

    Quindi: meno ammmmooorreeeee, meno invettive, più argomenti, più fiducia in chi ne sa più di voi, e più rispetto per chi ha messo in gioco più di quello che voi possiate lontanamente intuire. Nonostante io cerchi di renderlo piacevole (perché è nella mia natura, e perché ha tempi lunghi) quello in cui siamo coinvolti non è un gioco, e soprattutto non è un gioco per dilettanti. Chi non lo capisce verrà terminato.

    Grazie!

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    1. Tutto ciò è stato anche studiato da grandi e tormentate menti: Transfert

      o in lingua originale: Übertragung

      Per chi volesse approfondire. Si può diventarne coscienti e (parzialmente) uscirne.

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    2. Una conseguenza del tutto naturale del diventare un personaggio pubblico (da me sottovalutata perché non pensavo mai che il mio grido di dolore sarebbe stato raccolto) è che diventi un personaggio del pubblico, nel senso che nel tuo pubblico ognuno ti vuole come lui desidera o crede che tu sia. Questo processo di identificazione ha aspetti positivi, forse, ma certo anche negativi. La tua (in questo caso, mia) libertà di essere te stesso diventa, senza che tu lo voglia, una violenza fatta agli altri. Al tempo stesso, il loro desiderio che tu sia quello che loro auspicano li legittima a compiere le più nefande violenze nei tuoi riguardi, come sta facendo sto poraccio che continua a insultarmi senza nemmeno rendersene conto (motivo per cui non posso nemmeno volergli male).

      Sono dinamiche, queste, che un attore (es.: Riccardo) ovviamente conosce, sperimenta, soffre, e anche sfrutta - come strumento per stabilire una relazione creativa con il pubblico. Per me sono un po' nuove: non so bene come gestirle, ma nel dubbio preferirei essere valutato per quello che scrivo, e soprattutto preferirei che di quello che scrivo venissero studiate e controllate le fonti.

      Mi piacerebbe anche, in positivo, che se veramente c'è tutto questo ammmoorreeeee ci fosse anche un nulla, un sentore, un pizzico, di fiducia. Invece questa, all'atto pratico, c'è raramente, e quello che la inquina è il solito cancro: l'appartenenza.

      Quest'ultima ha anche le sue ragioni di esistere. Ma allora, per favore, lasciatemi in pace.

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    3. L'identificazione con un leader comporta ovviamente che prima o poi ci si discosti da questa immagine riflessa ed ideale, poco umana. È uno strappo interiore al quale si risponde nella maniera più ancestrale: negazione, rabbia, negoziazione, depressione. Purtroppo la fase di accettazione accade solo raramente e in situazioni estreme. Molto più spesso si cambia leader e si ricomincia il ciclo. Semplicistico ma forse alla fine non siamo poi così complicati.

      Ora Lei è un leader, forse Suo malgrado, e potrà osservare questo pattern frequentemente.

      Amore, ahimè, purtroppo non è. Come giustamente dice, è sbagliato pure voler male, perché lo facciamo nella maggioranza dei casi quasi inconsapevolmente, come in un sogno. Di fatto quello che accade è che un ideale, spesso utopico, si scontra con la realtà.

      L'approccio di un attore è con molta probabilità fondamentalmente diverso, perché spesso parla alla "pancia" della gente. Nel Suo caso, è forse un approccio simile a quello di C. G. Jung, che voleva essere valutato dal "pubblico" unicamente per la sua produzione scientifica, e che nelle opere non volle inclusa la sua biografia spirituale.

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    4. Perché si stupisce? Ha detto e ripetuto che le sue fonti sono alla base di quanto, impeccabilmente (lo dimostrano gli attacchi a vuoto degli specialisti) e con un successo che a maggior ragione con un tema naturalmmente ostico un giorno sarà studiato, ha con passione divulgato. Le conseguenze pratiche, politiche da trarsi, per me (per io), sono univoche oggi. Per me, di cui mi assumo tutta la responsabilità IO, senza tirare per la giacchetta LEI.
      Quello che ci regala come analisi politica (e inevitabilmente con risvolti pratici politici) è appunto un regalo tutto suo. Consapevole di tutto il peso che ha, per i seguaci :), immagino. L'appartenenza in questo contesto deve evolvere tenendo presente la differenza tra il Bagnai scienziato e divulgatore e il Bagnai agente politico.
      Per quel che mi riguarda non dimentico però che il primo si è palesato e imposto a partire dal secondo.Le istanze politiche negate hanno reso necessaria la scolarizzazione di base di cui non le saremo mai abbastanza grati. Vorrà dire qualche cosa.

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    5. @Federico Tutto giusto, ma se il mio approccio fosse diverso voi non sareste qui (e Scamarcio non sarebbe stato lì). Il punto è che, dopo l'approccio, desidererei che si facesse un passo avanti. Ma non si fa, e sul perché la tua analisi mi convince del tutto. Diciamo che c'è anche un problema di economia degli sforzi. Dall'euforia per aver trovato chi ti risolverà il problema (che spesso non è nemmeno il problema materiale di sopravvivere, ma quello morale di mettersi a posto la coscienza "facendo la cosa giusta", cioè mettendo una crocetta sul simbolo "giusto"), si passa alla depressione quando si capisce che il problema va risolto da tutti, e che tutti devono impegnarsi, partendo dal primo degli impegni, lo studio, al quale Gramsci tanto eloquentemente richiamava. A quel punto si cambia canale, passando alla Champions, a chi ti promette una spilletta, e accusando chi fa un'operazione diversa di codardia, di tradimento, e via dicendo. Sì: l'ho visto migliaia di volte. Siamo infestati da persone che vogliono usare me e voi come ascensore sociale/politico. Sappiamo che è inevitabile, impareremo a conviverci. Ma le delazioni à la Rick no (chi è su Twitter sa): con quelle non voglio e non devo convivere.

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    6. C'è un passo fondamentale prima dello studio, senza il quale non c'è studio vero e quindi nemmeno conoscenza vera, qualunque essa sia: è la presa di coscienza, quella che ti fa capire perché fai quello che fai e dici quello che dici, quella che ti fa vedere le cose un po' dall'esterno, dall'alto, dove il panorama è più vasto, che rende un insieme non la somma delle singole parti ma qualcosa in più.

      Purtroppo o per fortuna è un passaggio molto difficile, perché implica in un certo qual modo una morte interiore, il sentirsi non identificato con le proprie idee e proiezioni e quindi con la propria appartenenza. È più libertà ma anche più solitudine.

      È un concetto che è vagamente estraneo alla nostra cultura e quindi anche alla nostra politica, le masse non seguono prese di coscienza singole perché sono oltre la loro Weltanschauung, fino a che non sono diffuse oltre un certo punto critico, difficile da stabilire, oltre il quale si ha un effetto domino.

      Il nodo chiave è questo: raggiungere questo punto critico per elevare la coscienza del popolo. E il mezzo migliore per farlo è sempre lo stesso, quello che sta usando anche Lei in ambito economico-politico: fornire gli strumenti, indicarli a più persone possibile, secondo le proprie forze e i propri mezzi, senza cercare di convincere nessuno. Forzare una coscienza che non è pronta è sintomo, appunto, di scarsa consapevolezza. È violenza. È guerra.

      Per quanto possa contare la mia opinione, sta facendo un ottimo lavoro, che va oltre ai tempi che viviamo oggi.

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    7. Da un punto di vista generale, l'idea di un qualsiasi leader cui dovere solo accettazione e non negoziazione non è delle più rassicuranti.

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    8. ...e gnente, non ce la fate, eppure è semplice! Ma leader di cosa? Ma leader de cheeeeeeeee, cazzo, de cheeeeeee, che sono anni che vi urlo che il cazzo di partito che volete non voglio farlo, Cristo! Sono leader di me stesso, tranne quando mi fanno uscire dai gangheri. Cosa devo fare? Cosa devo negoziare? Devo mettere ai voti l'argomento del mio prossimo post? Devo convocare un'assemblea per sapere cosa devo votare alle prossime elezioni e se dirvelo o meno? Devo indire un televoto per sapere se devo asfaltare il mio interlocutore nel prossimo dibattito, o lasciarlo comodamente avviluppare nelle sue menzogne?

      Negoziazione di cosa? Leader di cosa? Di cosa stiamo parlando? Non riesco a capirlo. Io più che parlar chiaro non so fare. C'è un lavoro diverso da fare, che non tutti possono capire, ma non per questo non deve essere fatto. Lo volete cazzo capire sì o cazzo capire no che il problema non è "fondare il partito dei bbuoni che siccome ci ha l'idea ggiusta basta che prenda il 51% e il giorno dopo si esce"!? Vi ho mai detto che sarebbe andata così? Vi ho sempre detto che la transizione l'avrebbero gestita loro, che non sarebbe stato un processo democratico, ecc. ecc. Mi avete sempre contestato questa visione, e su questo fino ad ora siamo pari e patta: lo vedremo dopo. Ma quello che non volete capire, che proprio non ce la fate a capire, è che il partito del 51% con 700 elettori che hanno 1400 idee diverse su qualsiasi cosa che fuoriesca dal punto focale del "no euro" è destinato alla catastrofe. Il lavoro da fare per evitarla è enorme: dentro di noi, per trovare una piattaforma ideologica che ci accomuni, al di là del messaggio negativo. Fuori, con "loro", per aprirgli vie di fuga, per sovvertire sui media la loro favola, ecc. ecc. Io questo voglio fare perché questo so fare. Se mi sostenete, sostenete questo. Se volete una cazzo di spilletta, ci sono già il Fronte Sovranista Italiano o Riscossa Italia(na), se non piace la Lega. Occorre altro? Lì i leader ci sono, e anche i negoziati, no?

      Perdonami, Pellegrina: non hai preso bene la mira, questa volta. Sono riuscito a spiegarmi? Con le parolacce di capisce meglio?

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  3. Parlo da ingegnere, o meglio, da laureato in ingegneria, poiché dall’albo mi sono cancellato tempo addietro.
    Mi chiedo per quale motivo noi ingegneri ci comportiamo spesso in maniera tanto indisponente. Non capisco se sia dovuto agli anni in università oppure la facoltà di ingegneria attiri persone naturalmente antipatiche, saccenti e con altre caratteristiche che spesso ricorrono.

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    1. Deriva dal fatto che storicamente la facoltà di ingegneria è frequentata da pochissime donne e quelle poche in genere racchie.

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    2. Mi permetto di esporre la mia opinione non richiesta. Io sono per la responsabilità individuale dei pensieri, parole, opere e omissioni. "Mi chiedo per quale motivo noi ingegneri ci comportiamo spesso in maniera tanto indisponente." Che vuol dire? Si potrebbe dire lo stesso per ogni categoria professionale: non lo accetto. Vorrei infine far notare che si sta parlando di "ingengngngnieri" nel post, non di ingegneri.
      Cordialmente.
      Un ingegnere.

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    3. mmmh... mi sa che dipende dal libro Cuore, dal padre di... Bottini, ingegnere che spiegava come e perché era bella la patria e l'italia unita e i valori, ecc. ecc. E da lì ci siamo tutti convinti che l'ingegnere fosse uno davvero importante, uno che ce capiva. po' esse'...

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    4. È il sodisapere che rende ingegngngnegngneri.

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    5. Semplicemente, la consapevolezza di aver fatto una cosa che sembrava difficile alla propria mamma porta a denigrare chi non ha fatto cose difficili (nella metrica della mamma), cioè a rimuovere psicanaliticamente la complessità dell'esistente quando questa non sia matematizzabile.

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  4. Io credo un po' l'una e un po' l' altra cosa Matteo. Posto che se vuoi ti faccio conoscere dei colleghi umili e con la mente aperta, eh.
    L' essere dal lato del "saper fare" l' arte non della precisione ma dell' approssimazione, ti allenano a ragionare in termini di "questo è una cosa che non possiamo valutare ma è trascurabile come intensità" ovviamente cozza violentemente con lo spirito degli scienziati puri per non dire degli umanisti...

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  5. Parlo da ingegnere, iscritto all'albo, e pure colpevole di essere rimasto in università per fare il dottorato ---> Che v'hanno fatto sti poveri ingegneri? :D

    Non dico costui, parlo della categoria. Per dire nella classe politica nostrana (che tante soddisfazioni ci ha dato) di ingegneri ne ricordo ben pochi. Anche negli amati piddini l'unico ingegnere degno di nota è la tessera numero uno, che ha sempre dato l'idea di essere se non altro più sveglio di quelli che pagava.

    Adottate un ingegnere, una volta convintolo della giustezza del goofy pensiero esso sarà tronfiamente ed adamantinamente al servizio della causa... :D

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    1. Ecco, appunto: il "servizio della causa" è un pezzo del problema, e penso che se potessimo parlarne un attimo ti convincerei.

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    2. non appena A/Simmetrie avrà i mezzi suggerisco una cosetta per noi ingegneri. E non solo, viene particolarmente utile per tutti quelli che sono ancora fuori dal tunnel (quello dei neutrini).
      Come purtroppo succede al 99% della popolazione pure noi siamo a digiuno della parte scientifica della scienza economica - pare proprio che a qualcuno abbia sempre fatto comodo inculcare l'idea che l'economia "non è davvero una scienza" (sigh).
      E spesso siamo pigri e tendiamo all'economia dello sforzo.
      Avere online una specie di tutorial più pigro possibile su come (basandosi su esempio concreto) si possono estrarre dati statistici e maneggiarli con software econometrici consentirebbero ai più inggggg. di noi di togliersi pensieri fantasiosi e impegnare il nostro tempo sui dati, che è una cosa che molti di noi sanno fare bene.

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  6. Ma l'ingegnere ortottero lo sa che il compianto Donald ha detto più volte peste e corna di Grillo e Casaleggio e del loro Movimento?

    Riformare dall'interno il Movimento?!? L'ingegnere non ha proprio capito nulla...

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    1. Cosa vuoi che ti dica? Certe volte incontro persone così scollate dalla realtà che ho veramente paura. Non mi fanno paura Giavazzi (che ha in pugno l'accademia italiana), i servizi tedeschi (che avranno altro da fare), o i rettiliani (che sono brave persone): mi fate paura voi, quando mi spalancate la finestra su un insondabile abisso di nonsenso. Se non avete voluto leggere, o capire, quanto ho scritto, o se, avendolo letto e capito, siete in dissenso, ma allora cosa mi cercate a fare? In cosa posso aiutarvi? Cosa vi lega a me?

      Eppure, più siamo distanti, e più si accollano. Questa identificazione malata con un leader che semplicemente sta facendo divulgazione onesta è un fenomeno per analizzare il quale confesso di non avere gli strumenti.

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    2. Come tutti i movimenti che si propongono come "ultima salvezza" il 5S ha sempre avuto una forte componente giacobina ed intollerante che, una volta, era rappresentata dai cosiddetti "talebani", cioè gli attivisti della prima ora, cresciuti a pane e vaffa... Ma come è sempre accaduto nei movimenti giacobini, il "metodo" si è rivoltato contro gli stessi custodi dell'ortodossia quando il movimento ha iniziato la sua trasformazione in partito fluido ed in giacca e cravatta per accreditarsi nei salotti buoni tipo Cernobbio. Essendo inizialmente un movimento protestatario e senza filtri all'accesso dal basso (i meetup) ha raccolto di tutto, compresa una quota variabile di marginalismo sociale e di gente complottista, spesso monotematica (scie chimiche, vaccini, signoraggio bancario, etc.) che ovviamente ha meno facilità ad entrare in sintonia con l'approccio scientifico suo e di questo blog e preferisce gli show alla Gabbia... Non essendo basato né su una ideologia né su basi politiche, la crescita del 5S è avvenuta tramite un marketing esasperato ed il franchising (la concessione notarile dell'uso del simbolo), ovviamente il PD ha fatto di tutto e di più per agevolare la crescita del 5S... Per cui è naturale il carattere ondivago del 5S, determinato dai continui sondaggi (di mercato) di breve periodo. La cosiddetta "base" rimasta (circa 30 mila persone che votano regolarmente on line) è, per circa il 75%, facilmente manipolabile e pilotabile, bastano brevi campagne di promozione di un argomento per preparare il terreno o, a volte, nemmeno quello, basta un post che indirizza il voto (vedasi la votazione per entrare nell'Eurogruppo ALDE). L'approccio oramai è di natura prettamente fideistica in quanto si è spinto tantissimo su un generico senso di appartenenza acritico ed impermiabile a qualsiasi contraddittorio, anche perché la maggior parte si informa oramai solo su canali "grillini" ufficiali e non ufficiali che hanno invaso i social. Il risultato è che ci si trova con ingegneri pieni di livore, scollegati dalla realtà, incapaci di applicare la proprietà transitiva e che non sono mai consequenziali nei loro ragionamenti quando si tratta del loro movimento. Per cui credono ancora nell'orizzontalità e nella possibilità di incidere dall'interno. Il fatto che le scrivano è perché non vogliono accettare la realtà e gli da fastidio che lei lo abbia detto e continui a dirlo così chiaramente, cosa che li disarma e li manda letteralmente in tilt!

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    3. 'Quando l’Ego dice di amare, non di vero amore si tratta, ma di amore possesso. Coniuge, figli, parenti, amici, sono “amati” in quanto visti dall’ego come suoi prolungamenti, oggetti in cui si identifica (MIA moglie, i MIEI figli, i MIEI amici), che può controllare, sui quali può contare per soddisfare i suoi bisogni, come può contare sulle sue gambe o sulle sue braccia. La sua benevolenza dura finché queste persone non si sottraggono al suo desiderio di possesso e controllo. Allora questo tentativo, riuscito o meno, è visto dall’Ego come tradimento. A quel punto, il falso amore mostra il suo vero volto: diventa rabbia, gelosia, paura di perdere l’altro. Sentimenti così diffusi da apparire del tutto normali, perché è normale essere abitati dall’Ego ed essere guidati dalla sua politica.


      Il cuore dell’Ego

      Il cuore dell’Ego è il narcisismo: il proprio io diventa misura di ogni cosa, il centro del mondo, attorno a cui tutto il resto ruota. Gli altri diventano oggetti da manipolare e sfruttare per soddisfare i propri bisogni e desideri. Sentendosi nel giusto, dandosi ragione perché non c’é empatia, né compassione. Gli altri, come persone libere e autonome, non esistono proprio.

      Il narcisismo ci rende ottusi e spietati. Pigri, perché altri devono fare al nostro posto. Grandiosi, perché gli altri devono riconoscere che siamo speciali, superiori, assolti dalle regole di convivenza e dalle incombenze comuni.

      Sforzo e impegno sono parole che il narcisista detesta. Lui è diverso, le cose gli sono dovute. Segue sempre la via di minore resistenza: gratificazione immediata, piaceri facili, piaceri orali, senza fatica. Pigrizia, disordine, mancanza di disciplina sono le sue pratiche comuni.'

      Mauro Scardovelli Anatomia del narcisismo

      Alberto, vorrei scusarmi con te per aver mancato di rispetto al Prof. Travaglini. Sto riflettendo se sia il caso di scusarmi, qui, anche con lui. 'Il razzo del debito pubblico' non sono riuscito a sopportarlo da un docente che stimavo, per quello che tu ci hai sempre riferito di lui, nonostante tu non abbia mai nascosto le divergenze che vi separavano. Mi sono sentito mancare di rispetto ed ho reagito, non d' impulso. Ma ho fatto un torto a te, e forse a me stesso, e nonostante alcuni di noi mi abbiano ringraziato per aver dato voce a ciò che avrebbero voluto dire, trattenendosi per rispetto nei tuoi confronti, ti chiedo sinceramente scusa, pubblicamente. Ho capito di non averti aiutato, anzi.
      Sono stato invece entusiasta del Perotti.
      Ringrazio immensamente Antonella Stirati per la statura e per la competenza con la quale ha replicato alle obiezioni sollevate.

      Avrei altre impressioni da condividere su questo ennesimo capolavoro che hai saputo realizzare. Ci sarà occasione. L' ho fatta già troppo lunga.

      Ti prego di scusarmi.


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    4. Erik, come si fa a non volerti bene? L'importante è che ci mettiamo d'accordo sul punto politico. Come si costruisce una egemonia culturale? Tutto qui. L'anno prossimo ci sarà un question time: è pur vero che non posso costringervi a un esercizio zen di questo tipo senza darvi un minimo di sfogo.

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  7. Sarò tonto come dice mia figlia e forse do ancora senso alle parole dette , Grillo da sempre dice che il 5S h avuto la funzione di non creare disordini e dare alla gente una speranza , cosa si vorrebbe riformare ? Lo scopo era questo te l'ha pure detto , facciamo una forza riformatrice, giusta e anti sistema per non distruggere il sistema . Per gli ingegneri che sanno progettare e utilizzare le cose , se si progetta un bicchiere per bere che ci fai poi ? il bellissimo bicchiere lo usi da pitale ? penso che se Grillo avesse detto ho creato o abbiamo creato un sistema rivoluzionario, senza i dovuti appoggi e benestari, era finito sul nascere sia il partito che la dirigenza .

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    1. Il punto è esattamente questo, non credo si possa uscire da questo perimetro.

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    2. @tino: oddio, a dire il vero all'inizio avevano anche parlato di ripristinare l'applicazione della Costituzione, anche se poi questa cosa è presto svanita dall'orizzonte ottico dei loro mirini. Ora il giovine Di Maio blatera addirittura di "rivoluzione liberale", in assonanza col Casaleggio jr, bocconiano. Diamo tempo agli ingannati in buona fede, e a marzo le fortune dei 5S saranno in ribasso (di un terzo dei voti, direi), anche se potranno ricattare i votanti piddiini con l'appello al "voto utile".
      In assenza dell'unico strumento che la scienza politica ha saputo inventare a tutela degli interessi dei subalterni, il partito politico - che non c'è e non si può fare hic et nunc per l'eccellente ragione che prima sono venuti i partigiani, e poi le sezioni del P.C.I. - non c'è molto altro da fare se non lottare per distruggere l'egemonia culturale liberale, come si fa qui (e altrove). A me sembra che la marea abbia cambiato senso: sta crescendo, e porterà in alto tutti quelli che sanno stare a galla. L'abbiamo già visto nella storia, no? Non ci saranno medaglie per gli antemarcia, e a gestire la fase della ricostruzione, al massimo, possiamo sperare in un qualche Mattei isolato. Ma il grosso saranno dei bravi democristi. Ma ce la faremo, come sempre: passeremo tutte le stazioni dell'euroGolgota, sino all'apoteosi finale. Forse questa è la prova che quel trombone di Croce, almeno su un punto aveva ragione...

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    3. Oggi il prof è di buonumore.

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    4. Sono bombardato da famoerpartitisti di varia caratura. Cosa forse scontata quando ci si avvicina alle elezioni (comunque, a chi vuol are un partito a tre mesi dalla scadenza mando un forte abbraccio!), ma comunque un po' pesante, anche perché capirei se il mio lavoro non stesse dando frutti (nel qual caso questa ansia di fare "qualcosa" sarebbe comprensibile), ma siccome ne sta dando (anche se non tutti lo capiscono), sinceramente non vedo il motivo di tanta frenesia. Se li volete, i partiti "noeuro" (unica cosa che interessa molti) ci sono: se non vi piace la Lega, ma non vi piace Casapound, ma non vi piacciono i comunisti, c'è il FSI. Ne volete un altro? Fatevelo, coi vostri lettori, o anche coi miei (chi ci casca), che mi fate un gran favore. Ma non seccatemi!

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    1. Certo, e sono la prima forza politica del paese. Diciamo che se conti anche loro, l'astensionismo arriva al 70%!

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    2. Professore, la maggior parte dell'elettorato grillino (il partito) è composto da giovincelli con in testa l'idea del reddito di cittadinanza, nessuna idea del "mondo di prima", e poca propensione a capire i concetti che lei veicola. (Non è un chennepenza)

      Se non altro, la sua statura nell'arena mediatica e pubblica è veramente notevole. Spero che possa raggiungere qualcuno di loro.

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  9. Io non sono un ingegniere ma...non ho comunque avuto una formazione classica, e tra i tanti meriti che lei ha c’è anche quello di avermi dato la voglia di conoscere gente come Pasolini o Céline, e di questo prof, in questo bellissimo fine settimana, non l’ho nemmeno ringraziata, me ne scuso!

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  10. Non so se sia il posto giusto, ma altrove non ottengo risposta: non riesco più a contribuire ad A/simmetrie.
    Capita a anche a voi?
    Se cerco di usare Paypal pretende che cambi la pass per supposti motivi di sicurezza (che nessuno mai gli chiese).
    Se provo con una Mastercard (carta di debito, sto messo male) mi rimanda alla Paypal.

    Ora, capisco che il mio modesto (e umile) contributo non apporti nulla di significativo nell'opera svolta da questa imprescindibile e unica (nel panorama italiano, ma forse anche europeo?!) associazione, (certo è che il grosso dell'investimento andrebbe fatto da chi ne trarrebbe più guadagno - la classe imprenditoriale tanto per dirne uno) ma, facendone una questione strettamente egoistica, vorrei sentirmi in pace con la coscienza quando, tranquillo, nel caldo delle mie coperte, mi "studio" le relazioni e dibattiti del Goofy 6 (lo facesse il 30% dell'imprenditoria italiana saremmo già fuori da questa "Lega delle Nazioni Europee").

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    1. Io uso il bonifico bancario e ha sempre funzionato.

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    2. (non e' una risposta, ma.. un'alternativa :) )
      Per le donazioni, faccio bonifici ricorrenti con una banca che, se fatti online, non chiede commissioni.

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    3. Ricordati dove ti trovi, la salita vista da sopra è una discesa...se effettivamente la MasterCard nelle tue mani è una carta di debito, vuol dire che l'emittente (della carta) ha un debito verso di te che, corrispondentemente, avrai un credito verso di lui. Quindi non stai messo male, sei un creditore. Viceversa se tu avessi una carta di credito in mano significherebbe che qualcuno vanta un credito nei tuoi confronti per le spese da te effettuate. E tu avresti un debito.
      Appunto per la necessaria riforma scolastica: aggiungere alle lezioni di economia politica di Bagnai, rudimenti di ragioneria a sezioni contrapposte, come usava una volta, più Zappa (Gino) e Amaduzzi (padre) per tutti.

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    4. No no, la carta sarà pure come dici tu, ma io ho effettivamente un debito (a meno che tu me lo abbia estinto, ma non creto...:).

      Ora vedo per i bonifici, grazie per l'aiuto.

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  11. Non faccio testo, dalla mia ho il Gatto Mammone.
    Sono a Firenze sana e salva nonostante abbia fatto la tratta, Firenze-Montesilvano-Firenze, con un ingengngngniere alla guida.
    Non ci conoscevamo, neanche di vista. L'ho trovato qui, a casa del Prof. che è Lei.
    E’ stato molto sportivo, l'ingengngngniere.

    (@Bernardo Chellini, ingegnere, grazie anche da parte del marito, il maledetto tassista).

    (Alessandra/Cassandra da Firenze. Il mio primo #goofy. Non lo dimenticherò. Professore, due gatti forse senza padrone - come scrive Panagiotis Grigoriou quando racconta della sua/nostra Grecia, dei suoi connazionali - si aggiravano al calar della luce nel cortile dell’albergo. Non dimenticherò)

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    1. Che bella compagnia a cena.
      Grazie ancora.

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    2. Ormai la mia copertura è saltata...
      grazie di cuore (anche al vulcanico Erik!), son stato proprio bene!
      vi amo... bbbastardi!

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